Le 4 A del coaching
Immagina un mondo in cui tutte le persone si relazionano in modo accogliente, aperto, autentico.
Non è facile da credere, lo so.
Però no, non significa che siamo tutti amici e tutte amiche, solo che ascoltiamo per ascoltare, non per rispondere, ci diamo il permesso di essere noi per davvero, non proiettiamo i nostri preconcetti sulle persone che ancora non conosciamo e via così.
In cosa cambierebbero le nostre relazioni se fosse così?
Lascio rispondere a te, e nel frattempo ti lascio qui sotto un breve scorcio sul mestiere del/la coach.
Magari può servirti per orientarti nella scelta di un/a professionista, o semplicemente darti un input di riflessione nelle tue relazioni.
Indipendentemente dall’ambito in cui esercita, un/a coach deve tenere in considerazione 4 competenze fondamentali da esercitare in quella che noi chiamiamo relazione facilitante, ossia lo spazio sicuro in cui è favorito lo sviluppo del potenziale del/la coachee.
Ma queste competenze possono essere uno strumento utile anche nella tua quotidianità. Perciò se sei difficoltà con il tema o se dai valore al miglioramento della tua comunicazione con te stessx e con le altre persone, ecco una breve spiegazione delle 4A e alcuni spunti per guidarti nella riflessione per capire a che punto sei rispetto a ciascuna di esse.
1. Accoglienza: la persona che ascoltiamo è la benvenuta, con tutto ciò che è e può essere. Non c’è giudizio su di lei come persona!
Senti di praticare un ascolto senza giudizio su ciò che provi, credi, fai nella tua quotidianità?
E con le persone che hai attorno?
Ti crea difficoltà la mancanza di accoglienza?
2. Ascolto: è attivo, il che significa ascoltare fino in fondo, non ascoltare per dare una risposta, ma per lasciare alla persona uno spazio per darsi risposte, per riflettere.
È dare rimandi, fare altre domande per andare ancora più in fondo.
Pensa ai tuoi dialoghi con attenzione – per aiutarti, ti do un esempio pratico: Una persona a cui tieni ti confessa che non sta bene.
Senti di lasciare spazio al suo malessere anche senza dover offrire subito soluzioni?
E se la persona che ti parla del proprio malessere sei proprio tu? Riesci a concederti spazio per stare nell’emozione, ascoltarla per davvero, sfogarla?
Ascolti per dare risposte o per essere presente?
3. Alleanza: un/a coach è lì per te, il tuo potenziale e i tuoi obiettivi. L’alleanza è anche valoriale, e se un/a coach non può allearsi con te per divergenza di opinioni su temi importanti te lo dirà fin da subito.
Senti di restare presente nelle situazioni a cui tieni?
E come ti comporti con quelle a cui non tieni?
E con te stessx metti in pratica i consigli che daresti ad altre persone?
4. Autenticità: Il/la coachee deve poter essere sé e portare sé in sessione. E così il/la coach. Se non ci si relaziona autenticamente, se non siamo noi, non ci sarà crescita né sviluppo.
Senti di relazionarti in modo autentico con le persone che hai intorno?
Cosa significa per te autenticità?
Ci sono ambiti in cui vorresti allenarla di più?
L’idea di aver fatto l’abitudine a una comunicazione dannosa per noi e le altre persone e di tenersela così com’è non è un obbligo.
Chiedi, ascolta, ascoltati, chiediti.